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ATTUALITÀ
Covid permettendo…
…perché ci manca la normalità
Pubblicato venerdì 27 novembre 2020
Il 9 marzo 2020 ha cambiato il nostro modo di vivere. Quel giorno il nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il DPCM, per contrastare il diffondersi del Covid-19, che vietava ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici e privati e, inoltre, ci costringeva a stare a casa. Da quel primo isolamento, la nostra vita e le nostre abitudini sono cambiate.
Sono passati ormai molti mesi da quando vediamo il mondo con occhi diversi. Le nostre espressioni e i nostri sorrisi sono coperti da una mascherina che serve a proteggere noi e le nostre famiglie. Non so voi, ma io non mi sono ancora abituata a tutto questo e penso che non ci riuscirò mai.
La normalità mi manca molto, manca a tutti noi, e prima del 2020 eravamo ricchi ad averla e non lo sapevamo. Ora abbiamo imparato che basta veramente poco per sentirsi leggeri. A me basterebbe anche solo tornare tra la folla. Prima, era così normale il fatto che camminando in un luogo pubblico ci si potesse scontrare con uno sconosciuto. Era estremamente fastidioso, ma adesso pagherei per far sì che capitasse ancora.
La maggior parte di noi, quest’anno, non ha potuto festeggiare il compleanno, molti non hanno potuto vedere la famiglia normale, altri non hanno avuto modo di realizzare i progetti prefissati. È come se tutto si fosse fermato a quel 9 marzo 2020.
Ma dobbiamo ricordarci la cosa più importante: tante persone sono morte da sole, in ospedale, senza poter abbracciare un’ultima volta i propri cari. E ci sono figli che sono rimasti senza genitori, nipoti che sono rimasti senza nonni, amici che hanno perso altri amici. Ed è difficile dimenticare l’immagine dei mezzi militari che portano via le bare. Volti sconosciuti, raggruppati tutti assieme, a cui è stato tolto il diritto di morire dignitosamente.
E, dopo tutto questo dolore, ci siamo dimenticati di un’altra cosa altrettanto importante: tutti coloro che grazie a questa situazione hanno dovuto chiudere le loro attività o che, presto, saranno costretti a farlo. E dobbiamo ricordarci che sulle spalle di queste persone pesano milioni di lavoratori che resteranno senza lavoro. E come faranno? Come stanno facendo?
Quest’estate abbiamo abbassato la guardia e adesso ristoratori, baristi, imprenditori, artigiani, commercianti, professionisti nel settore del turismo e tante altre categorie ne stanno pagando il prezzo.
Se, con l’arrivo del Natale, lasciassero chiuse ancora le attività, nelle regioni rosse e arancioni stabilite nel DPCM del 9 novembre, per molte di loro sarebbe la fine. Ciò decreterebbe la chiusura definitiva.
Purtroppo, se nella prima ondata di Covid-19 il lockdown era stato accettato dalla maggior parte delle persone, adesso la situazione è ben peggiore: la crisi è altissima e un lockdown totale sarebbe impossibile. Sarebbe quindi opportuno cercare di riaprire le attività, non commettendo l’errore di quest’estate di abbassare la guardia e dare il via libera totale.
Penso possa essere interessante creare un dibattito all’interno della scuola, quindi, voi cosa ne pensate di tutta questa situazione?
Nonostante tutto, vi auguro di passare un Natale che, speriamo, porti un po’ di leggerezza.
Alessia Novelli, 5F TUR