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La Regina degli Scacchi
Pubblicato sabato 21 novembre 2020
DATA USCITA: 23 ottobre 2020
GENERE: Drammatico
ANNO: 2020
REGIA: Scott Frank
ATTORI: Anya Taylor-Joy, Bill Camp, Marielle Heller, Harry Melling, Thomas Brodie-Sangster
PAESE: Stati Uniti d’America
DURATA: 46/47 minuti (puntata)
PUNTATE: 7
DISTRIBUZIONE: Netflix
TRAMA
La “Regina degli Scacchi” è una miniserie, ambientata tra gli anni ’50 e ’60, che sta avendo un grande riscontro di pubblico e in parte di critica.
La serie è basata sull’omonimo romanzo di Walter Tevis. Il titolo, come quello della miniserie, si riferisce al gambetto di donna, un’apertura scacchistica.
La protagonista è Beth, un’orfana che grazie al custode dell’orfanotrofio, il signor Shaibel, riesce a trovare speranza nel gioco degli scacchi dopo che il mondo reale sembra averle voltato le spalle. La scacchiera, infatti, è vista da Beth come metafora della vita, fatta di attese, di silenzi e di arguzie. Nei 7 episodi che compongono la serie, seguiamo la vicende della protagonista dall’età di otto anni ai ventidue anni, mentre si trova a lottare con le dipendenze da alcol e psicofarmaci, cercando di diventare un grande maestro di scacchi.
RECENSIONE
Ho trovato la serie molto particolare e avvincente. Rispetto alle solite serie di produzione Netflix recenti, questa è una perla e a mio parere può essere considerata una delle migliori serie uscite quest’anno, se non la migliore.
La particolarità è che può essere guardata da chiunque, non per forza da uno scacchista o da qualcuno che conosce il gioco degli scacchi.
La regia e fotografia mi hanno tenuta incollata allo schermo, questa continua contrapposizione di palette di colori e il continuo richiamo di forme geometriche che ricordano la scacchiera rendono la serie unica nel suo genere.
Tra gli aspetti citati nelle puntate, mi ha interessata particolarmente il parallelismo/contrapposizione tra il metodo di giocare russo e il metodo di giocare americano. Un noto personaggio evidenzia, infatti, come i russi siano invincibili a scacchi perché si aiutano nel momento del bisogno, mentre gli americani sono individualisti e giocano solo per se stessi; questo aspetto verrà poi ripreso nel finale.
Vi consiglio la visione di questa serie e di non lasciarvi fermare dal titolo, perché per guardarla e apprezzarla, non serve conoscere il mondo degli scacchi; anzi sarà proprio grazie ad essa che ve ne appassionerete. Buona visione!
Nada Kassame, 1R TUR