LE PAGINE DEL GIORNALINO 2019-2020
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VITA DELLA SCUOLA
Anche quest’anno
Abbiamo incontrato
padre Tonino
Pubblicato martedì 12 novembre 2019
Martedì 15 ottobre è venuto a trovarci, come ormai all’inizio di ogni anno, padre Tonino, per raccontarci la sua esperienza a Jangany. Ha esordito con il saluto di amicizia affidatogli dai suoi ragazzi e, poi, ci ha raccontato un po’ la storia delle cose che sono migliorate dal suo arrivo fino ad oggi. Per molti di noi è una cosa che non si può sentire, perché i ragazzi che abitano là non hanno tutto quello che abbiamo noi, ma vivono in una realtà completamente diversa dalla nostra. Oltretutto, come ormai siamo già abituati, abbiamo visto dei video per capire la vita prima dell’arrivo di padre Tonino, i miglioramenti che sono seguiti e alcune delle loro usanze. Siccome l’ora di incontro con padre Tonino non è bastata, ho deciso alla ricreazione di fargli altre domande che mi sembravano interessanti e riguardano alcuni argomenti cui ha accennato ma che non ha fatto molto in tempo a sviluppare.
Alla domanda: «È stato difficile scavare i pozzi per iniziare a procurarsi l’acqua da soli?», padre Tonino ha risposto spiegando che è stato faticoso scavare i pozzi per il fatto che non c’erano mezzi efficaci e il lavoro da fare era molto: per trovare l’acqua si doveva scavare fino a 8 o 12 metri di profondità! Gli abitanti del posto lavorarono con persone venute da 700 Km di distanza, perché a Jangany non c’era nessuno che sapesse scavare pozzi e per tutti era una vera novità che ci fosse l’acqua sotto terra. Oltretutto, la prima volta ci misero 7 giorni per trovarla e poi ci volle altro tempo perché la maggior parte della popolazione avesse dei secchi per tirarla su. Come non bastasse, in seguito si dovettero costruire delle forme di cemento, per fare in modo che non vi cadesse dentro della terra, rendendo vana buona parte del lavoro svolto. E dopo il primo pozzo ne furono scavati altri!
La domanda: «Com’è stato andare in una realtà completamente diversa dalla nostra?» era decisamente più personale.
Per padre Tonino è stato necessario andare con semplicità e ben disposto ad entrare nella realtà di quegli abitanti, così da capire i loro bisogni e riflettere su come portare dei cambiamenti in meglio a partire da quello che già c’era. Padre Tonino mi ha confidato che ha dovuto lasciarsi il passato alle spalle – chiudere veramente gli occhi su diverse cose del passato – per poi vedere con un nuovo sguardo il contesto dov’era arrivato. Per lasciarsi tutto alle spalle uno deve avere delle convinzioni dentro e avere delle motivazioni molto forti! Per lui non è stata una perdita di tempo, ma ha ammesso che il tempo l’ha cambiato e aiutato a maturare in un modo del tutto personale. Gli è servito molto insistere a sperare di riuscire a trovare gli appigli per portare quella cultura ad evolversi! L’ha definita un’esperienza intellettuale, psicologica e spirituale.
«E… la lingua? È stato difficile impararla?». Padre Tonino prima di partire ha studiato la lingua grazie a dei compagni che gli hanno mandato dei libri per aiutarlo ad imparare. Ha memorizzato molte cose, come ad esempio tante preghiere e proverbi. E ha dovuto andare a lezione prima di entrare in contatto con la gente, per diversi mesi. Per Padre Tonino è stato abbastanza difficile imparare a comprendere quello che gli veniva detto, tant’è che ha impiegato diversi anni per capire e riuscire a relazionarsi con la gente.
Ecco, allora, che siamo arrivati alla fine dell’intervista! Ricordo a chi volesse contribuire per aiutare padre Tonino a portare altre novità ai suoi ragazzi di Jangany, che può offrire quanto vuole, anche le monetine che non accettano le macchinette, nel salvadanaio dello “Spicciaspiccioli” sempre presente in bidelleria, all’ingresso della scuola. Vi assicuro che quei soldi, che per noi sono poca cosa, saranno un grosso aiuto che avrete offerto!!!
Adesso restiamo in attesa di altre notizie da padre Tonino – perché spesso ci scrive! – e l’anno prossimo lo aspetteremo a braccia aperte per condividere le ultime novità.
Victoria Andreea Struta, 3L SOC-SAN